Il palloncino intragastrico è un dispositivo temporaneo in materiale biocompatibile che viene posizionato per via endoscopica nello stomaco in grado di determinare un parziale riempimento gastrico, provocando un senso di sazietà.
Indicazioni:
– Preoperatorio: in caso di BMI molto elevato, per ridurre il rischio anestesiologico e chirurgico.
– Trattamento non chirurgico: in casi selezionati di obesità – anche con BMI inferiore alle indicazioni chirurgiche – che necessitino un calo ponderale per motivazioni oggettive (ad esempio in attesa di intervento ortopedico, voluminose ernie addominali, etc).
Il posizionamento del palloncino intragastrico avviene per via endoscopica, mediante una gastroscopia, di norma in sedazione. La prima fase della procedura prevede un’attenta indagine endoscopica di esofago e stomaco. Esclusa la presenza di controindicazioni locali, il palloncino viene inserito vuoto nello stomaco e quindi riempito con soluzione salina o aria a seconda del modello impiegato.
La rimozione del palloncino intragastrico avviene sempre mediante una gastroscopia, in sedazione.
Tra le possibili complicanze derivanti dall’uso del pallone endogastrico vi sono: nausea, vomito, senso di pesantezza addominale, molto raramente pancreatite, lesioni gastriche fino all’ischemia o occlusione intestinale da migrazione del dispositivo.
Il periodo massimo di utilizzo per il palloncino intragastrico è di 6-12 mesi; il dispositivo va rimosso prima dello scadere di questo periodo.
Deve essere seguito da un programma di terapia dietetico/comportamentale.
La Endo-Sleeve Gastrectomy (plicatura gastrica endoscopica) e la procedura POSE (Primary Obesity Surgery Endoluminal) consistono nella riduzione della capacità dello stomaco mediante il posizionamento di suture endoscopiche.
Si tratta di una tecnica endoscopica, eseguibile mediante un particolare gastroscopia.
Indicazioni:
– Preoperatorio: in caso di BMI compreso fra 30 e 35, in presenza di malattie associate e forte motivazione al dimagrimento.
– Trattamento non chirurgico: in caso di BMI superiori per non candidabilità all’intervento o rifiuto a procedere da parte del paziente.
Questa tecnica non rimuove segmenti gastrointestinali e non altera la continuità del tratto digestivo, ma modifica la fisiologia gastrica riducendo la capacità e di conseguenza la quantità di cibo introdotta. Le possibili complicanze (<2%) riguardano sintomi da food-intolerance (nausea, senso di vomito) o secondarie alla procedura (ulcere, sanguinamento, perforazione gastrica).
Si tratta di una tecnica permanente, in quanto le suture applicate sullo stomaco non si riassorbono e mantengono a lungo termine la plicatura eseguita. La funzione digestiva non viene alterata in modo significativo, ma l’anatomia gastrica sarà modificata in modo permanente.
La Sleeve Gastrectomy (gastrectomia verticale parziale) è un intervento che consiste nella resezione dell’80-90% dello stomaco. L’obiettivo è far sorgere un precoce senso di sazietà, in modo da introdurre una minore quantità di cibo.
E’ una tecnica chirurgica, eseguibile per via laparoscopica. Garantisce in genere un buon calo di peso anche a distanza di tempo.
Altera in modo molto contenuto la fisiologia del sistema digerente, causando una ridotta insorgenza di carenze nutrizionali a lungo termine (inferiore rispetto ad altri interventi). Ha una bassa incidenza di complicanze operatorie (circa 1-2%). Può causare insorgenza o peggioramento del reflusso gastroesofageo.
Può associarsi ad un secondo intervento (“second-step” malassorbitivo) quando il calo di peso ottenuto non sia soddisfacente o in caso di severa intolleranza.
E’ irreversibile (la funzione digestiva non viene alterata in modo significativo, ma l’anatomia gastrica sarà modificata in modo permanente).
Una possibile complicanza tardiva è rappresentata dalla dilatazione dello stomaco con ripresa ponderale, soprattutto se il paziente non rispetta le regole dietetiche e comportamentali.
Il bypass gastrico è un intervento di tipo misto che abbina una restrizione gastrica ad una minima riduzione dell’assorbimento di nutrienti. Anche in questo caso insorge un precoce senso di sazietà e si introduce una minore quantità di cibo.
E’ una tecnica chirurgica, eseguibile per via laparoscopica. Garantisce in genere un buon calo di peso anche a distanza di tempo.
Il bypass gastrico riduce di molto la quantità di cibo introdotta, mediante la riduzione della capacità dello stomaco e il rimaneggiamento del transito intestinale, causando un riequilibrio degli ormoni gastroenterici ed inducendo un precoce senso di sazietà. Può essere causa di carenze di oligoelementi, se non integrati.
Non viene rimossa alcuna porzione dello stomaco né dell’intestino. Una volta eseguito, però, non consente più di esplorare con le metodiche endoscopiche lo stomaco, il duodeno e le vie biliari. La maggior parte delle malattie associate all’obesità (in particolare diabete, ipertensione, apnee del sonno) migliorano o guariscono dopo l’intervento chirurgico. É curativo in caso di presenza di reflusso gastroesofageo.
Ha una bassa incidenza di complicanze operatorie (circa 1-2%). Nel lungo periodo, soprattutto se il paziente non segue un regolare follow up, può causare anemia, osteoporosi, intolleranza all’assunzione di alcuni cibi soprattutto liquidi altamente zuccherati e quadri da ipoglicemia reattiva.
Il mini-bypass gastrico – OAGB (One Anastomosis Gastric Bypass) è un intervento di tipo misto che abbina una restrizione gastrica ad una riduzione dell’assorbimento di nutrienti.
E’ una tecnica chirurgica, eseguibile per via laparoscopica.
Garantisce buoni risultati, in particolare può essere indicata come “second-step” dopo bendaggio gastrico o sleeve gastrectomy in caso di insufficiente calo di peso o recupero ponderale a distanza di anni dall’intervento.
Il mini-bypass gastrico, oltre a ridurre la capacità dello stomaco, modifica l’assorbimento dei cibi e favorisce anch’esso il riequilibrio degli ormoni gastroenterici. La componente malassorbitiva può essere causa di sintomatologia gastrointestinale (diarrea, feci oleose, aumento della frequenza dell’alvo) e di carenze di oligoelementi, se non integrati.
Non viene rimossa alcuna porzione dello stomaco né dell’intestino. Una volta eseguito, però, non consente più di esplorare con le metodiche endoscopiche parte dello stomaco, il duodeno e le vie biliari. La maggior parte delle malattie associate all’obesità (in particolare diabete, ipertensione, apneee del sonno) migliorano o guariscono dopo l’intervento chirurgico.
Ha una bassa incidenza di complicanze operatorie (circa 1-2%). Può essere causa di reflusso gastroesofageo (circa il 3%) di tipo biliare, talvolta poco responsivo ai farmaci. Nel lungo periodo, soprattutto se il paziente non segue un regolare follow up, può causare anemia, osteoporosi, ulcere gastro-intestinali.
Il bypass gastrico fuzionale con fundectomia ed esplorabilità dello stomaco residuo sec. Zappa-Lesti è una modifica del tradizionale bypass gastrico. Consente di ottenere un risultato funzionalmente similare mantenendo la possibilità di esplorazione endoscopica dello stomaco escluso.
E’ una tecnica chirurgica, eseguibile per via laparoscopica.
Questa variante del bypass gastrico prevede la resezione di parte dello stomaco (fondo gastrico) ed il posizionamento di una benderella in materiale biocompatibile attorno allo stomaco residuo, che viene quindi collegato all’intestino come nella variante tradizionale.
Parimenti al bypass gastrico classico, si determina una riduzione della quantità di cibo introdotta, mediante la riduzione della capacità dello stomaco e il rimaneggiamento del transito intestinale, causando un riequilibrio degli ormoni gastroenterici ed inducendo un precoce senso di sazietà. Può essere causa di carenze di oligoelementi, se non integrati.
Viene rimossa una modesta porzione dello stomaco. La benderella consente un accesso “calibrato”, permettendo l’eventuale passaggio di uno endoscopio (esplorabilità di stomaco, duodeno evie biliari) ma ostacolando un transito significativo di alimenti.
I vantaggi metabolici attesi sulle malattie associate all’obesità sono simili rispetto alla variante tradizionale.
Ha una bassa incidenza di complicanze operatorie. Nel lungo periodo può causare carenze come nel bypass classico, o complicanze legate alla benderella.
La SADI’s è un intervento di tipo misto che abbina una modesta restrizione gastrica ad una marcata riduzione dell’assorbimento di nutrienti, calibrando la lunghezza dell’intestino deputato al transito degli alimenti e dei succhi digestivi.
E’ una tecnica chirurgica, eseguibile per via laparoscopica.
Garantisce buoni risultati, in particolare può essere indicata come “second-step” dopo bendaggio gastrico o sleeve gastrectomy in caso di insufficiente calo di peso o recupero ponderale a distanza di anni dall’intervento.
Alla riduzione gastrica (tipo sleeve gastrectomy) associa la derivazione intestinale del cibo “a singola anastomosi” preservando il piloro, valvola che regola il flusso del cibo dallo stomaco all’intestino.
Viene ridotta la quantità di cibo introdotta, e si determina un riequilibrio degli ormoni gastroenterici inducendo un precoce senso di sazietà. La componente malassorbitiva può essere causa di sintomatologia gastrointestinale (diarrea, feci oleose, aumento della frequenza dell’alvo) e di carenze di oligoelementi, se non integrati.
E’ irreversibile (l’anatomia gastrica sarà modificata in modo permanente). Una volta eseguito non consente più di esplorare con le metodiche endoscopiche il duodeno e le vie biliari. La maggior parte delle malattie associate all’obesità (in particolare diabete, ipertensione, apneee del sonno) migliorano o guariscono dopo l’intervento chirurgico.
Ha una bassa incidenza di complicanze operatorie. Nel lungo periodo, soprattutto se il paziente non segue un regolare follow up, può causare carenze nutrizionali e reflusso gastroesofageo.
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